mio fratello si è iscritto da poco in palestra per frequentare un corso di Savate ( boxe francese) e un giorno mi è capitato di doverlo accompagnare in questa palestra e attendere fino alla fine dell'allenamento.
un po' ero intenta ad ammirare quello che facevano i ragazzi/ ragazze ( tanto è vero che quasi quasi, mi iscrivo pure io l'anno prossimo!), un po' mi sono seduta su un divanetto a leggere qualche rivista dedicata alle arti marziali e alla kick boxing in generale per ammazzare il tempo... sfoglia e sfoglia, ho trovato un articoletto molto interessante:
parlava del Kids Kicking Cancer, letteralmente " i bambini prendono a calci il cancro". si tratta di un progetto nato qualche anno fa negli USA con lo scopo di prendere a colpi di karate il cancro e trovare sollievo contro il dolore, la nausea, la paura dei dottori e della malattia. Ma anche per ritrovare un po' di serenità e fiducia in sé stessi. Le arti marziali possono essere di grande aiuto ai bambini che si ammalano di cancro e che devono affrontare un difficile e spesso doloroso percorso di cura.
Parte da questi presupposti il progetto che dopo gli USA, ha visto protagonista anche l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma che, nell'intenzione dei promotori, dovrebbe diventare il punto di partenza per una diffusione più ampia sul territorio nazionale.
Negli Stati Uniti, hanno spiegato gli esperti alla presentazione dell'iniziativa nella struttura romana, il progetto Kids Kicking Cancer ha dimostrato che, nei piccoli coinvolti nello speciale programma sportivo, il dolore si riduce notevolmente dell'88 per cento. Ma l'obiettivo non è solo contenere gli effetti collaterali delle cure. Riguarda un'idea più ambiziosa: garantire un' assistenza a 360 gradi, in cui si tiene conto degli aspetti psicologici, emozionali e sociali del piccolo paziente. I bimbi che partecipano al progetto nella struttura romana sono finora 15: una volta alla settimana seguono la lezione di karate basata su tre parole: Power, ovvero forza per affrontare qualsiasi situazione estrema; Peace, consapevolezza della propria forza per una maggiore tranquillità interiore; Purpose, obiettivo finale, per fa si che i bambini diventino, a loro volta, insegnanti della tecnica che hanno appreso, per far sviluppare anche agli altri la forza interiore che rende in grado di affrontare rabbia, dolore, ansia, paura, stress, problemi psicofisici.
Si tratta di strategie difensive generiche che, se apprese possono aiutare in tante altre condizioni di difficoltà fisica o psichica. E l'iniziativa, avviata tra i pazienti oncologici nella capitale, si sta, infatti, via via allargando anche ai piccoli affetti da fibrosi cistica e da altre patologie croniche. Ci sono quindi buone possibilità di crescita e di estensione del progetto anche ad altri tipologie di piccoli pazienti.
curare in onco-ematologia pediatrica vuol dire prendersi cura a tutto tondo del benessere psico-fisico dei pazienti e della loro famiglia e iniziative come queste contribuiscono a migliorare la qualità di vita dei piccoli, il loro contatto con le attività ludico-sportive e a canalizzare positivamente le tensioni legate al percorso di diagnosi e cura.
"Power, Peace, Purpose ,è la sintesi della missione: attraverso esercizi di respirazione, rilassamento e meditazione, i bambini che partecipano ai programmi imparano a gestire meglio il dolore e ad affrontare con maggiore determinazione, coraggio, ma anche serenità interiore la malattia e le terapie a cui devono sottoporsi. Ogni bambino diventa così, a sua volta, testimone e ambasciatore di questa filosofia, insegnando agli altri (fratelli, sorelle, genitori, nonni) le tecniche che ha appreso.
Il lavoro fatto con i bambini è soprattutto sull'emotività e sul loro atteggiamento mentale rispetto alla malattia, ma non solo, insieme ai bambini del reparto di onco-ematologia che hanno iniziato a frequentare settimanalmente le lezioni, stanno creando, con l'augurio di poterla al più presto ampliare, una vera e propria squadra accogliendo tanti altri giovani pazienti in cura presso l'ospedale per altre patologie croniche gravi.
Il lavoro fatto con i bambini è soprattutto sull'emotività e sul loro atteggiamento mentale rispetto alla malattia, ma non solo, insieme ai bambini del reparto di onco-ematologia che hanno iniziato a frequentare settimanalmente le lezioni, stanno creando, con l'augurio di poterla al più presto ampliare, una vera e propria squadra accogliendo tanti altri giovani pazienti in cura presso l'ospedale per altre patologie croniche gravi.
il kids kicking cancer punta però all'estensione dell'esperienza avviata al Bambino Gesù coi pazienti oncologici non solo verso altre patologie ma anche a molte altre strutture. E per far questo ci vorrà un po' l'aiuto di tutti.
www.kidskickingcancer.it. Fateci un giro, magari vi viene voglia di unire la passione per lo sport con quella del volontariato o di sfruttare le vostre competenze professionali specifiche in un nuovo e coinvolgente progetto.
secondo me è un bel progetto utile oltre che a livello psicologico, secondo il mio parere, anche a livello fisico per ricercare e trovare quel minimo di controllo sul proprio corpo che sempre, a livello di movimento soprattutto, viene a mancare durante il periodo di chemio... e questo noi tutti lo sappiamo bene purtroppo...
ovviamente non sarà utile al 100% a superare questi momenti perché purtroppo sono episodi che segnano per tutta la vita e nei periodi di sofferenza vera, e di situazione psicologica non proprio delle migliori, altro che arti marziali! eppure, almeno per i più piccoli, può essere secondo me una valvola di sfogo potente.
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